Come affrontare l’inserimento nei nidi famiglia Scarabocchiando a casa di…: i consigli dell’esperta

Come affrontare le ansie dei genitori e il pianto di un bambino che per la prima volta vive il distacco da mamma e papà e comincia l’asilo nido? Lo abbiamo chiesto a Giovanna D’Oronzio, Coordinatrice Pedagogica Nazionale dei nidi di famiglia Scarabocchiando.

Per alcuni sono stata una privilegiata.

Per altri una pazza.

Per una serie di coincidenze fortunate per alcuni, sfortunate per altri, ho avuto modo di stare con mia figlia per tutto il suo primo anno di vita. Un’esperienza bellissima, che mi ha permesso di godere di ogni momento, seppur nella stanchezza, e imparare moltissimo.

Ma nelle ultime settimane di quell’anno meraviglioso i pensieri ricorrenti erano sempre gli stessi. Io sulla porta dell’asilo nido, la bambina che piange disperata, tendendo le manine, le maestre che mi invitano ad andare, io che mi allontano salutandola. Il finale cambiava a seconda di come era andata la giornata: da me che fuori dal nido scoppio in lacrime fino a me che fuori dal nido tiro fuori i botti di capodanno e canto Sasuelaaaaa invitando i passanti a fare il trenino.

Non c’è mamma che non ci sia passata, non c’è mamma che non abbia detto “Ah, se mi avessero spiegato questa cosa prima!”, un po’ come accade per tutto ciò che concerne l’essere un neogenitore.

E così per evitarvi ansie esagerate e l’essere continuamente preda di dubbi e sentimenti altalenanti, avendo a disposizione una grande squadra di esperti psicologi e pedagogisti, abbiamo deciso di dedicarvi ben quattro interviste alla ricerca di consigli utili e immediatamente spendibili su come affrontare l’inserimento all’asilo nido dei vostri neonati e bambini.

In questa prima puntata incontriamo Giovanna D’Oronzo, Coordinatrice Pedagogica Nazionale dei nidi di famiglia Scarabocchiando che ci regala le sue parole chiave per aprire col sorriso (certo, non senza qualche lacrimuccia) la porta del nido.

L’INSERIMENTO COMINCIA DALLE PAROLE: CHIAMIAMOLO AMBIENTAMENTO

Per prima cosa non chiamiamolo semplicemente inserimento, ma ambientamento un termine che indica un percorso più lungo per il quale sarà lo stesso nido a pianificare un calendario. Pian piano poi tutti quanti si adegueranno alla risposta del bambino, perché ogni bambino è a sé.

FIDARSI DELLA STRUTTURA CHE ABBIAMO SCELTO E DELLE EDUCATRICI

La prima cosa difficile da fare quando si affida a qualcuno un bambino così piccolo è concedere la propria fiducia, ma possiamo arrivarci cercando di mantenere il sangue freddo e affidandoci alla logica.

Per prima cosa abbiamo visitato e scelto la struttura a cui lo affideremo: evidentemente questa ci ha comunicato un senso di affidabilità. Inoltre, ricordatevi sempre che davanti a voi ci sono persone che si sono preparate a lungo per svolgere il loro compito e in quel momento voi entrate in contatto con una squadra che custodisce un sapere prezioso che condividerà con voi e i vostri figli.

Fidatevi di come strutturano il calendario dell’ambientamento e non abbiate paura di far presente allo staff i vostri dubbi e paure. Le educatrici, per contro, approfitteranno di questo periodo prezioso per costruire un rapporto forte di fiducia con i genitori.

COME AFFRONTARE IL PRIMO DISTACCO DAL BAMBINO 

La vostra arma segreta qui sarà il saluto! Non andatevene alla chetichella mentre il bambino è distratto o magari ride o gioca: questo servirà solo a voi per non dover affrontare il distacco.

Al bambino invece rimarrà solo la brutta sensazione della sparizione improvvisa della mamma o del papà. Come a dire “Se mi distraggo un attimo, mamma o papà potrebbero sparire” Il bambino non troverà il senso logico della vostra sparizione e la assocerà a stimoli sbagliati.

Per i bambini molto piccoli le cose esistono solo se visibili: se sparite penseranno che lo abbiate fatto per sempre e si dispereranno.  E questo vale anche per i bambini piccolissimi di 4 o 5 mesi.

LE PAROLE GIUSTE PER SALUTARE UN BAMBINO CHE VA AL NIDO PER LE PRIME VOLTE

“Amore io vado via per un po’, ma la mamma torna dopo!”

Quel dopo per un bambino piccolo non ha senso: è un concetto troppo astratto per lui. Sostituiamo il concetto del tempo con qualcosa di tangibile e che abbia un senso.

Ad esempio potete dire “Mamma va a comprare il pane e torna” e potete tornare con un sacchetto di pane (magari della pizza bianca di cui i bimbi vanno tanto ghiotti), oppure dirgli che andate a lavorare ma solo se il vostro bambino ha fatto esperienza del vostro posto di lavoro.

Altra strategia per i bimbi più piccini può essere portargli qualcosa che gli appartiene quando si torna al nido, come un pupazzetto o un doudou.

Per un bambino “solo 5 minuti” non ha senso: poco o tanto che sia, per loro il distacco è distacco!

COME AFFRONTARE IL PIANTO DI UN BAMBINO CHE FA L’INSERIMENTO NEL NIDO FAMIGLIA

Diciamo subito che il pianto fa più male al genitore.

Per il bambino il pianto è una delle principali forme di comunicazione, come ridere.

E se non piange? Va benissimo non stesso, anzi significa che c’è un bellissimo rapporto, una base sicura.

Il periodo che va da 0 a 3 anni è la fase più delicata della vita di un essere umano, quella in cui si forma la sicurezza in se stessi. In quel periodo il bambino costruisce il sé, perché il processo di separazione e individuazione (principalmente dalla mamma) si completa proprio attorno ai 3 anni, cioè alla fine del percorso dell’asilo nido.

In quei tre anni più che mai il bambino ha bisogno di qualcuno che lo faccia sentire sicuro: la sicurezza interiore passerà dall’essere percettiva all’essere interiorizzata.

Non abbiate paura di essere troppo attaccati al vostro bimbo: ci vogliono risposte adeguate alle sue richieste e il contatto fisico è proprio una di quelle!

COME COMPORTARSI NEL MOMENTO DEL RICONGIUNGIMENTO COL BAMBINO DOPO UNA GIORNATA AL NIDO

Andiamo incontro al nostro bambino senza parlare. Abbracciamolo, baciamolo, allattiamolo, facciamogli le coccole.

E se piange, perché molto spesso i bimbi piangono al momento del ricongiungimento, non diciamogli “Uh, ma che è successo!”. Abbracciamolo in silenzio e godiamoci questo bellissimo momento.

Inutile anche chiedere troppo “Cosa avete fatto oggi?”. Anche questo tipo di racconto per un bimbo di 2 o 3 anni è difficile: il bambino ritiene che il genitore vede e senta con i suoi occhi e le sue orecchie e che sappia già tutto. Ci sarà tempo…

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