Come affrontare l’inserimento al nido: i consigli dell’esperta – seconda parte

Continuiamo con la nostra guida di accompagnamento all’inserimento.

Ops, volevo dire “Ambientamento” (ne abbiamo parlato nella prima parte della guida: se te la sei persa puoi leggerla qui).

Questa volta con Marta Stella Bruzzone,  pedagogista e referente Scarabocchiando per la regione Lombardia, abbiamo provato a creare per voi uno zainetto pieno di cose utili per riuscire a gestire l’ampia gamma di emozioni che voi e il vostro bambino esplorerete in questi giorni.

Cosa troverete nello “Zainetto di Marta”?

  1. Fiducia
  2. Ottimismo
  3. Gioco
  4. (Gestione del) Tempo
  5. (Gestione del) Pianto

Abbiamo deciso di riempire questo zaino con cinque parole, proprio perché, per citare un film, le parole sono importanti e perché la nostra Marta, nel formare professionalmente le persone che entrano a far parte del mondo Scarabocchiando, lavora molto anche sul linguaggio delle educatrici e delle mamme che decidono di aprire un nido di famiglia. (Non ce ne rendiamo conto ma, quotidianamente, utilizziamo molti stereotipi linguistici con i bambini Dammi la manina, Fai il bravo…)

FIDUCIA

“Io i genitori li capisco” così comincia la nostra chiacchierata. Marta capisce perfettamente la difficoltà che alcuni genitori incontrano nel dare la propria fiducia mentre affidano a persone appena conosciute la cosa per loro più preziosa.

Educazione è darsi tempo, in una triade che deve imparare a funzionare insieme, come in una danza armoniosa: questa triade comincia il proprio viaggio, imparando a crescere insieme un poco alla volta. Cresce il bambino, ma crescono e imparano anche i genitori. E la stessa cosa vale per gli educatori.

Il nido deve diventare un posto di cui fidarsi, un posto in cui essere capito.

OTTIMISMO

Manco a dirlo, chi è un inguaribile ottimista parte meglio.

Perché? Perché un ottimista ha fiducia che le cose andranno bene e, quindi, si dà tempo! Si può quindi imparare ad essere almeno un po’ ottimisti, ricorrendo anche alla fiducia. Immaginiamo che tutto andrà bene, visualizziamo: in fondo ci siamo affidati a persone preparate ad affrontare questo – per noi nuovo –  percorso

Siamo ottimisti anche nelle parole. Proviamo a non dire “Problema” ma “Difficoltà:, la difficoltà è qualcosa che ci rimanda a un empasse momentaneo e facilmente superabile con il tempo, e quindi con ottimismo e pazienza.

GIOCO: GIOCA CHE TI PASSA

Avere ansia rispetto a un cambiamento nella vita di un figlio, specie quando è così piccolo, è una cosa assolutamente normale.

È importante però cercare di non proiettarla sul bambino. Perché se da un lato è giusto e bello coinvolgere il nostro bambino in tutto quello che gli accade attorno verbalizzando, dall’altro ripetere certe cose di continuo o raccontare o anticipare quello che accadrà (magari provando così a scaricare la nostra di ansia) potrebbe creare una certa agitazione: “Oddio, ma lo sai che domani è un giorno bellissimo perché…”

E poi, si sa, i bambini hanno davvero le antenne… anche a 6 mesi captano tutto e capiscono che sta per accadere qualcosa di nuovo!

Allora: se l’ansia è normale, ma non dobbiamo trasferirla sul bambino, ma se ci toccano diamo la scossa per quanto siamo carichi… cosa facciamo?

Ricorriamo al gioco! Cantiamo una bella canzoncina: il canto è un modo superbo di scaricare l’ansia, cambia il ritmo della respirazione, distrae la mente facendoci concentrare sulla melodia e, se la canzone ci piace molto, ci fa sentire felici. Oppure leggiamo insieme un nuovo libro. O ancora facciamo qualche piccolo scherzo che faccia sbellicare dalle risate il vostro bambino: niente scioglie più la tensione che la risata contagiosa di un neonato!

TEMPO

Diamoci tempo… tutti quanti!

Al bambino per ambientarsi, ai genitori per capire il punto di vista dell’altro, alle educatrici che entrano in contatto con una nuova classe di bimbi.

Fate un bel respiro e ripetete come un mantra “Diamoci tempo” e respirate… vi dovete un po’ annusare, conoscere, imparare a riconoscervi.

PIANTO

Con dei bambini così piccoli mettete in conto che sicuramente piangeranno! D’altronde è il loro strumento di comunicazione preferito, lo sapete.

Il pianto serve a loro anche per creare un rapporto con l’educatrice. Perciò, preparatevi al pianto ripetendovi che “è normale!”

In questi momenti un genitore recupera il suo “Pianto Interiore”. Perché ci fa fatica affrontare il pianto del nostro bambino? Non solo perché, ovviamente, ci dispiace vederlo piangere ma perché ci fa pensare a proposito delle nostre emozioni e del modo in cui il mondo etichetta il pianto.

Dobbiamo fare pace con le nostre emozioni e non lasciarci vincere dagli stereotipi. Quante volte si sentono persone che dicono ai bambini “Ah, ma lui non ha pianto: è molto coraggioso” se si sono sbucciati un ginocchio o se hanno fatto una puntura o una visita medica.

Il pianto è quindi, per il senso comune, un’emozione da persone deboli, da ricacciare. Così facendo, però, non si entra davvero in contatto con tutta l’ampia, meravigliosa gamma di emozioni che un essere umano ha a disposizione.

Quindi preparatevi alpianto, mettete in conto che potrà piangere anche per un intero mese: è tutto normale e per il bambino è comunicazione e costruzione del suo mondo e delle relazioni che in esso vivono.

Cosa dobbiamo guardare di questo pianto per capire che sta andando veramente tutto bene? Che il bimbo si rasserena subito. Ci sono bambini che piangono anche tutte le mattine andando al nido, ma poi mamma va via, si comincia a giocare con gli altri bimbi e le lacrime si asciugano.

Se il pianto viene accolto, per il bambino è come svolgere qualunque altra normalissima azione.

COSA LASCIAMO FUORI DALLO ZAINETTO DI MARTA?

Assolutamente lasciamo fuori dal nostro zaino i sensi di colpa… che sono inevitabili!

Pensiamo a quante persone ci sono passate prima di noi e che è capitato un po’ a tutti di sentirsi così.

Insomma, non diciamo che con i nostri consigli l’inserimento sarà fantastico e tutto filerà liscio, semplicemente vi troverete a che fare con piccole difficoltà e saprete che è tutto assolutamente normale.

Andrà tutto bene se vi concentrerete più sulle persone coinvolte in questa nuova routine che non sul corredino per il nido (altro modo di spostare e gestire l’ansia, spesso).

Grazie alla tabella di marcia, ai pianti, alle ansie farete un lavoro invisibile sulla relazione con l’educatrice. Date fiducia cominciando dallo schema orario che vi verrà proposto per l’ambientamento e provate a seguire i consigli che vi daranno. Il resto, vedrete, verrà da sé.

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