Rallenta, respira, gioisci… e l’ambientamento andrà alla grande!

Intervista con Chiara Grande, Coordinatrice Pedagogica per la Regione Emilia Romagna.

L’ultimo appuntamento con questa guida in quattro puntate che le nostre esperte Scarabocchiando ci hanno regalato per affrontare nel modo più sereno e fiducioso possibile il percorso di ambientamento presso l’asilo nido, è con Chiara Grande Coordinatrice Pedagogica per la Regione Emilia Romagna.

Un’ultima preziosa puntata perché l’ambientamento, la gestione del primo distacco, del pianto, lo useremo più che mai come scusa per parlare anche di altro. 

Perché di questo si tratta: ogni piccola prova della nostra vita, ogni confronto, ogni volta che superiamo qualcosa che ci mette ansia e che crea un momento di frattura nella nostra quotidianità, ci porta a interrogarci su noi stessi. Abbiamo paura, la combattiamo, la superiamo e cresciamo ancora una volta.

Non è questo, in fondo, ciò che fa un bambino ogni giorno?

Non perdiamo, quindi, mai la voglia di esplorare e superare le sfide grandi e piccole della vita. Come quella di lasciare il proprio bambino per la volta fra le braccia di una persona che, in quel momento più che mai, forse ci sembrerà estranea.

E allora respiriamo e riflettiamo.

PARTIAMO SEMPRE DALLA FIDUCIA… E DAI COLLOQUI PRELIMINARI CON LE EDUCATRICI

Quasi sempre, prima che l’anno scolastico abbia inizio, gli asili nido organizzano dei colloqui con i genitori. Durante questi colloqui si piantano bene in terra le radici di un futuro rapporto che annaffieremo ogni giorno con la fiducia.

Nei nidi Scarabocchiando coordinati da Chiara questi colloqui sono individuali: quanto è importante poter costruire un rapporto guardandosi negli occhi e dando valore a una singola storia, quella di cui ciascuno di noi è portatore?

Così, durante queste riunioni, vengono anche forniti ai genitori gli strumenti utili per affrontare il futuro periodo di ambientamento. Pensate a quel momento, alla scelta che avete fatto, alla fiducia che avete già accordato alla struttura che ospiterà i vostri figli.

Quanto avrete interiorizzato DAVVERO questo sentimento di fiducia, cominciate a trasmetterlo al bambino attraverso le parole (solo quando sarete davvero convinti voi: se cercate di autoconvincervi i bambini se ne accorgono! Sono i clienti più spietati, neanche il miglior pubblicitario riuscirebbe a ingannarli!).

INTERIORIZZATE LA FIDUCIA NELLA NUOVA ESPERIENZA CHE FARETE E TRASMETTETELA AL BAMBINO

Raccontategli, senza sovraccaricarlo, l’esperienza nuova che lo aspetta, con parole molto positive e incoraggianti. Magari, qualche giorno prima, fate una passeggiata e mostrategli l’ingresso del nido. Non importa quanto piccolo sia il vostro bambino: capiscono molto più di quanto noi pensiamo, non ci stancheremo mai di ripeterlo.

L’inserimento in un Nido di Famiglia è ovviamente più agevole perché il gruppo è di massimo 7 o 8 bambini e in regioni come l’Emilia Romagna (regione da sempre all’avanguardia sui temi educativi), ad esempio, il rapporto è di due insegnanti per 8 bambini per almeno il 50% del tempo. Davvero come essere in una grande famiglia!

Trattandosi poi di un gruppo eterogeneo e non di una classe in cui tutti i bambini stanno seguendo il percorso dell’ambientamento, sarà un po’ più semplice: non tutti i bambini saranno disperati e piangenti, ma ce ne saranno molti contenti di tornare per il secondo o terzo anno a incontrare la propria educatrice, i propri giochi, i propri amici. Questo ispirerà molto fiducia ai nuovi arrivati.

LA FRETTA È LA NEMICA NUMERO UNO DELL’AMBIENTAMENTO E DELLE FAMIGLIE

Non ostentiamo sicurezza se non l’abbiamo prima interiorizzata, quindi, e cerchiamo di non avere fretta!

Facciamo delle vite assurde, con ritmi spaventosi. Diamoci, allora, una regola salvafamiglia: quando si tratta dei bambini cambiamo “orologio”. Loro non riescono a capire la nostra fretta, i nostri orari: hanno bisogno dei loro tempi e noi dobbiamo trovare il modo di darglieli.

E non usiamo la scusa del “Devo scappare in ufficio” per lasciare rapidamente il bambino all’educatrice: sappiamo quanto possa essere doloroso e frustrante il distacco, ma dobbiamo viverlo ed elaborarlo con i tempi giusti per dare modo anche al bambino di farlo.

CON I BAMBINI REGOLE E PASSAGGI NETTI E SICURI

Questo, però, senza esagerare.

Se da una parte i bambini hanno bisogno di un tempo morbido e adeguato a loro, dall’altro hanno anche bisogno di regole chiare e passaggi netti.

Cosa significa? Significa che quando è ora di lasciare il bambino non bisogna indugiare troppo, così quando lo si va a riprendere non bisogna sostare ore nell’ingresso del nido.

Per il bimbo il messaggio deve essere chiaro:
Arrivo a scuola? Non c’è mamma, c’è l’educatrice
Tornano mamma o papà a prendermi? Saluto l’educatrice, ora c’è la mia famiglia.

Sono piccole certezze che danno al bambino grande sicurezza.

E non abbiate paura del pianto, anzi: è segno che il bambino ha capito il cambiamento in atto e lo sta metabolizzando. Se non piangono rischiano addirittura di non elaborare.

PICCOLI TRUCCHI PER AIUTARE IL BAMBINO NEL PERIODO DELL’INSERIMENTO

Cosa ci può aiutare invece ad affrontare meglio l’ambientamento?

Ad esempio creare una RITUALITÀ dell’accompagnamento all’asilo, fin da casa. Compiere gli stessi gesti, raccontare le stesse cose e poi, naturalmente, salutarsi in modo adeguato.

Anche un bambino di 6 mesi è in grado di capire un saluto affrettato o un genitore che si dilegua per paura del distacco.

I bambini sono competenti e capiscono tutto.

COSA NON BISOGNA DIRE DAVANTI AD UN BAMBINO: ANCHE SE MOLTO PICCOLI, CAPISCONO TUTTO!

Quindi non fate colloqui che riguardano situazioni critiche del bimbo davanti a lui, sia con esperti che con educatori o amici e parenti. Il bambino capisce, si mortifica. Tenete sempre a mente che è stato proprio dimostrato che è nei primi tre anni di vita che si formano le basi della SICUREZZA di un essere umano.

Passiamo poi il resto della vita a leggere il mondo, capire, sistemare lì dove dobbiamo sistemare qualcosa di noi stessi, ma di istinto agiremo nel modo che abbiamo appreso nei primi tre anni di vita.

Detto questo non fatevi prendere dall’ansia, dai sensi di colpa e dalla sindrome del supereroe “Da un grande potere derivano grandi responsabilità!”

A NESSUNO SERVE UN GENITORE PERFETTO!

Non dovete essere perfetti. Nessuno, per fare un’altra citazione, è perfetto. A un bambino, anzi, servono dei genitori imperfetti: gli insegneranno proprio che il mondo non è perfetto e che ciascuno è magnifico così com’è, con le imperfezioni che lo caratterizzano. La regola d’oro è sempre quella del dare amore e dello sbagliare in buona fede, cercando di fare ciò che riteniamo meglio per il nostro bambino.

Facciamoci anche forti dell’idea che questa generazione, a livello genitoriale, è sicuramente migliore: si diventa genitori quando si è più grandi, e quindi con un bagaglio maggiore di esperienza, e ci si informa moltissimo.

E ora, quindi, che sappiamo di non dover essere perfetti, tiriamo un sospiro di sollievo e ricapitoliamo:

Diamo al bambino un senso di sicurezza: siamo felici che lui vada a scuola, gli mostriamo la nostra felicità per questa esperienza, gliela raccontiamo, andiamo via dolcemente ma in modo sicuro senza dare adito a dubbi e confusione.

Aspettiamoci il pianto e accompagniamolo, nel giro di un mese tutto dovrebbe normalizzarsi.

Regaliamo ai nostri figli i momenti più morbidi e calmi della giornata, corriamo come pazzi solo quando siamo fuori dal loro campo visivo (certo, che bello se si potesse evitare, in generale, di correre come pazzi!)

Ricordiamoci che questa è la chiave della felicità della nostra famiglia: un tempo calmo e accogliente, un tempo di qualità, un genitore che sia una nave morbida e dolce, su una rotta ben disegnata e decisa, che mostri ai propri figli la meraviglia dell’orizzonte verso cui navigherete insieme con amore, lasciando il più possibile a terra zavorre di ansia, rabbia e fretta.

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