La rabbia un’emozione buona

La rabbia un’emozione buona.

Ogni emozione è necessaria alla crescita armonica dell’essere umano.Dunque la rabbia di per sé non è un’emozione sbagliata, anzi è necessaria, ci serve per metterci in guardia contro i pericoli, è un’espressione della propria individualità, un modo per affermare la volontà e l’autonomia.In una certa misura, l’aggressività è normale e tipicamente connaturata alle tappe evolutive di bambine e bambini.Infatti i bambini, nei primi tre anni, si esprimono principalmente col corpo connessi con le loro percezioni sensoriali.La loro autoregolazione emotiva è in divenire e il linguaggio in costruzione.

Nei primi anni il cervello e il sistema nervoso dei bambini sono ancora immaturi.Naturalmente c’è tutto ma molte connessioni avvengono nel corso dello sviluppo.I bambini faticano a regolare le emozioni più intense in modo autonomo dunque è del tutto normale che si esprimano usando anche l’aggressività nella relazione con i pari.

Gli adulti hanno la funzione di regolatore emozionale.

Al nido o in generale con i coetanei succede spesso che i bambini mordano, magari all’improvviso, senza un motivo apparente. I morsi sono una delle espressioni più tipiche nei bambini sotto i tre anni. Un’espressione del tutto normale che mette in difficoltà genitori ed educatrici.

Spesso i bambini stessi non sanno perché mordono all’improvviso proprio quel bambino, inutile chiedere spiegazioni.

A volte le cause sono una iper stimolazione sensoriale o una ipo stimolazione sensoriale. I momenti di passaggio, la confusione, situazioni che generano malessere improvviso possono essere causa di morsi inspiegati. Questi comportamenti ingiustificati che capitano all’improvviso tendono poi a sparire naturalmente quando i bambini si avviano verso la scuola dell’infanzia.

 Come possiamo aiutare i bambini che tendono a mordere in modo continuativo?

Possiamo osservare quando succede e anticipare i momenti che sappiamo essere più caotici.

Mettere a disposizioni giochi destrutturati di interesse del bambino, coinvolgerlo nei momenti di passaggio e di riordino.Tenerlo vicino chiedendogli di essere l’aiutante dell’adulto e proporgli azioni che lo coinvolgano.Far presente al bambino che l’azione di mordere crea malessere negli altri ed è da non fare. Non colpevolizzare lui o lei come persona, ma l’azione in sé è sbagliata.

Chiedergli di riparare, mettere la crema sulla guancia dolorante dell’amico, dargli una carezza. Accompagnarlo, senza giudizio con presenza calma e rassicurante.

Cosa ci spaventa principalmente dei morsi?

Come genitori crediamo che chi morde sia un bambino sbagliato o abbia qualche difficoltà particolare, ci vergogniamo.Abbiamo paura del dolore fisico, che il bimbo morso subisca un trauma.Come adulti genitori ed insegnanti abbiamo paura di essere giudicati.Come educatrici abbiamo paura che la famiglia non si fida più di noi, che ci considerino disattente verso i bambini.In realtà è un fenomeno del tutto normale da attenzionare ma è una fase di crescita che molti bambini passano.Se noi adulti siamo dei buoni regolatori emozionali i bambini vivono le esperienze con la giusta vicinanza senza ansia.

 È l’ansia adulta che va a rivestire i morsi dei bambini di significati esasperati, una paura eccessiva rispetto al dolore, la paura che il piccolo possa soffrire, l’idea che a un bambino debba essere evitata ogni più piccola frustrazione.

  Il significato che l’adulto tende a dare al morso è spesso collegato ad un suo vissuto. Molte paure inconsce di noi adulti sono degli “inquinanti” che non consentono di collocare il morso di un bambino dentro una cornice più corretta e semplice; un’espressione tipica del bambino che incomincia a relazionarsi con l’altro, senza essere ancora padrone del tutto del suo movimento e del linguaggio.

Possiamo stare certi; nessuna ricerca ha mai dimostrato che i bambini che sono stati morsi dai compagni al nido poi hanno sviluppato qualche forma di problema specifico. La durata e le conseguenze di questo fenomeno dipendono in gran parte da come sono vissute, contenute ed elaborate dagli adulti vicini ai bambini “.

Naturalmente è necessario monitorare quando il morso o meglio la modalità aggressiva perdura nel tempo e negli anni, allora bisogna chiedersi cosa vuole dirci questo bambino o bambina con tale manifestazione, quali bisogni si celano dietro ad un atteggiamento aggressivo ripetuto nel tempo.

Ci viene così richiesta un’indagine più ambia per comprendere e disinnescare una modalità disorganica.

 

A cura di Luisella Piazza

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