Le autonomie di base dei bambini e delle bambine.
Intorno ai due anni di vita i bambini incominciano un lungo processo che li conduce
all’acquisizione di sempre maggiori autonomie.
In questo periodo il bambino ha bisogno di fare esperienza. Un periodo di grande esplorazione
sensoriale. L’acquisizione della stazione eretta e la possibilità di salire e scendere dalla sedia, girare
per casa, aprire i cassetti, tirare fuori gli oggetti lo rende più autonomo, curioso, desideroso di
provare tutto utilizzando tutti i suoi sensi.
Abbiamo bisogno che l’ambiente di casa e naturalmente del nido, sia un luogo adatto a queste
esplorazioni; possiamo accompagnare la sua crescita e le sue ricerche se non siamo
continuamente pronti a vietare qualsiasi impresa.
Stiamo al fianco dei bambini, indichiamo loro qualche strategia ma lasciamo che esplorino
l’ambiente, che provino esperienze nuove e che cerchino in autonomia di prender proprio
quell’oggetto che sta in fondo al cassetto e che è difficile da tirare fuori.
Mi piace andare ai giardini e sedermi su una panchina ad osservare i bambini che si muovono nello
spazio seguiti da un’orda di adulti che spesso impediscono loro di fare qualsiasi cosa.
Sono per una pedagogia del rischio non del pericolo, c’è una bella differenza!
Affrontare i rischi se pur minimi e misurati aiuta ogni essere umano nel percorso di crescita.
I bambini amano far da soli, non essere anticipati continuamente nei loro bisogni o desideri; per
imparare a camminare sul terreno incerto bisogna lasciare che il bambino sperimenti la presenza
dei sassi, delle buche, del fango, bisogna che interiorizzi, grazie a ciò che gli accade, più
insegnamenti possibili, che faccia esperienza di vita.
Se viviamo esperienze differenti il nostro bagaglio è più ricco, le connessioni celebrali più vive,
impariamo dalla vita ad entrare in relazione con l’ambiente.
Tutto questo non vuol dire mettere in pericolo i bambini ma piuttosto dar loro fiducia, essere
presenti.
A quest’età spesso i bimbi vogliono fare da soli, lasciamo che facciano e che si sperimentino.
Per infilare le scarpe ci vorrà più tempo, ma possiamo accompagnarli in questa scoperta e lasciare
che trovino le strategie per metterle.
Avere a casa una panchetta dove il bimbo può al ritorno dai giardini riporre le sue scarpine in
autonomia, un appendiabiti alla sua altezza per appendere la giacca.

A questa età i bambini possono aiutare in casa?
Certo! Ne saranno fieri ed entusiasti.
In una famiglia dove tutti lavorano è bene far sentire da subito il senso di comunità a tutti. Ognuno
collabora a secondo del ruolo e dell’età.

I bambini piccoli amano fare quello che fanno i grandi; aiutare la mamma a stendere il bucato,
lavare qualche pannetto nel bagno, aiutare ad apparecchiare il tavolo.
All’inizio i genitori devono prendersi del tempo per aiutare i bambini a compiere i gesti
correttamente ma se mostriamo questi passaggi con amorevole attenzione avremo degli aiutanti
perfetti, meno capricci più collaborazione.
È difficile? No, è un cambio di prospettiva.
I piccoli in casa possono avere una loro scopetta ed una paletta, raccogliere le briciole proprio
come fa papà! Possono avere una piccola brocchetta per l’acqua per imparare a versare
correttamente l’acqua nel bicchiere, possono curare le piante e bagnarle un pochino tutti i giorni,
piccoli compiti di vita pratica che svolgeranno con entusiasmo.
Ogni momento trascorso in questo modo è un investimento per il futuro oltre che rendere il quotidiano più piacevole.
A cosa possiamo paragonare questa spiccata tendenza all’autonomia?
Maria Montessori ci dice che lo sviluppo avviene con la conquista di sempre maggiore
indipendenza e “La forza vitale che dà questo impulso è chiamato ORME’ ed è paragonabile alla
forza di volontà dell’adulto… L’ORME’ appartiene alla vita in generale, è una forza divina che
lavora per l’evoluzione. Nel bambino che cresce normalmente si manifesta con l’entusiasmo, la
felicità, la gioia di vivere.”
Il nostro compito dunque è aiutare i bambini a fare da soli.

Luisella Piazza
Consulente pedagogica.

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