Come sappiamo, l’immaginazione è molto sviluppata nelle bambine e nei bambini grazie alla loro tipica tendenza animistica che dà vita a tutte le cose, e grazie anche alla loro capacità di rivestire oggetti e situazioni di un’atmosfera irreale. È incredibile a quanti usi si presti un qualsiasi oggetto nelle loro mani. Se li osserviamo attentamente, scopriremo come facciano continuamente nuove scoperte, sperimentando le possibili combinazioni degli oggetti, con la stessa serietà di uno scienziato al lavoro.

Diverse ricerche hanno evidenziato l’efficacia di un rapporto educativo improntato sulla tolleranza, sul rispetto dell’autonomia infantile, sulla libertà di autoregolare il proprio comportamento nel gioco e di favorire le iniziative personali.

Gli studi, infatti, hanno verificato che sulla condotta creativa delle bambine e dei bambini ha un importante effetto l’orientamento educativo di noi adulti: quando vi è la libertà di movimento nello spazio, di servirsi di materiali informali nel gioco, quando non si insiste sullo stereotipo che identifica quanto è adatto per il bambino o per la bambina, la risposta immaginativa e creativa è decisamente più alta.

Noi adulti possiamo potenziare il pensiero creativo garantendo un ambiente allo stesso tempo sereno e interessante. Le bambine e i bambini hanno bisogno di sicurezza affettiva per potersi interessare a ciò che li circonda, di calma per osservare e per conoscere; hanno bisogno di un ambiente che non sia monotono, ma che colpisca la loro immaginazione e la loro esigenza di scoprire cose nuove.

Evitare la critica svalutativa

Un altro fattore altrettanto importante che può ostacolare l’immaginazione è rappresentato dalla “critica svalutativa”. Sentirsi svalutati è un attentato all’autostima, che è invece il nostro motore di vita, quello che ci permette di vivere e operare nella realtà quotidiana. La svalutazione può essere trasmessa con le parole, per esempio “non sai fare nulla”, oppure silenziosamente con gli atti, rifacendo da capo ciò che riteniamo sia sbagliato; in questo modo mortifichiamo l’altro mettendo in crisi le sue risorse e il suo modo di fare.

Così si corre il rischio di rinforzare un modo di pensare rigido, che davanti ai problemi non riesce a vedere altre soluzioni possibili.

Le bambine e i bambini di solito imparano per imitazione dai nostri comportamenti, quindi bisogna prestare attenzione a come ci poniamo nei loro confronti. A noi potrebbe anche far piacere dilungarci in spiegazioni, ma per loro non sarebbe la cosa migliore. Invece, devono scoprire tutto ciò che è possibile attraverso i loro sforzi di esplorazione e di sperimentazione. Il nostro obiettivo deve essere quello di incoraggiarli a sperimentare il più possibile in autonomia, facendo sì che si rivolgano a noi per aiuti che sono davvero fuori dalle loro possibilità. In questo caso la migliore risposta che possiamo dare è: “ci proviamo”? “Scopriamolo insieme”, piuttosto che affermare: “Si fa così!”.

In questo modo le risposte gratificanti degli adulti continueranno a tenere accesa l’immaginazione insita nelle bambine e nei bambini, immaginazione necessaria anche per noi adulti, soprattutto in questo periodo perché, senza di essa, non potremmo scoprire Babbo Natale.

Giovanna D’Oronzio Psicopedagogista dell’Associazione Scarabocchiando a casa di..

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