La paura di cadere sparisce tra le sue braccia

La paura di cadere sparisce tra le sue braccia

La “nostra” Vale si racconta nel blog #GiovanioltrelaSM 

La storia di Valentina è cambiata dopo la diagnosi. Ma ha deciso di andare avanti, vivendo la vita giorno dopo giorno e non arrendendosi al primo ostacolo. Fede, amore e sport l’hanno aiutata più di ogni altra cosa.

Sono Valentina, ho 25 anni e convivo da 6 anni e mezzo con la mia cara sclerosi multipla.

Viverci non è facile. Si può ignorare ma non la puoi dimenticare perché è lì con te e, anche se dovessi dimenticarla per un attimo, ecco che devi fare una terapia.

La mia vita è sempre stata movimentata (giornate tra scuola e palestra, palestra e scuola) fino a quando iniziai a sentirmi strana come se volessi fare qualcosa senza riuscirci. Pensavo “bene, adesso finiti gli esami di maturità, viaggio a Londra, mi diverto e mi rilasso!”

Ma non fu così. A Londra le gambe e la stanchezza presero il sopravvento ed ecco la diagnosi.

Da quel momento la mia vita cambiò, perché ho dovuto affrontare momenti difficili: le gambe, il cortisone e le terapie, cose che a 19 anni non dovresti neanche pensare.

Un giorno, guardandomi allo specchio, parlai a me stessa, concludendo quanto segue:

  1. la vita va vissuta giorno dopo giorno, sia con le persone che ti amano sia con l’amore più grande che è quella di Dio;
  2. se voglio continuare a vivere non devo arrendermi al primo ostacolo! La paura è sempre viva ma la voglia di andare avanti è più grande.

Oggi se dovessi dirvi come affronto la mia vita con la sclerosi multipla in poche parole direi: fede, forza di volontà, famiglia, lavoro, basket e natalizumab.

La fede

Ho sempre avuto fede, ma da quel giorno capii che non era ciò di cui pensavo, era qualcosa di straordinario. Non riuscì a comprendere ciò che mi stava accadendo.

Si! Dio mi prese per mano, annullò la mia mente e iniziò il mio cammino.

L’amore

La mia famiglia, il mio ragazzo (attualmente mio marito) e gli amici, mi aiutarono poco alla volta nel capire ciò che stava accadendo, in modo da affrontare la mia vita in modo sereno e tranquillo.

Mio marito, quel ragazzo di 19 anni che dal primo giorno della diagnosi non mi mollò nemmeno per un secondo, mi disse: “Nella salute e nella malattia non si dice solo in chiesa, io ti amo e ti sposerò”. Questo lieto evento avvenne il 13 Maggio 2016. Ed è con lui che ogni giorno affronto la mia vita.

Il basket

Ho iniziato a giocare a basket all’età di 5 anni e mezzo fino a quando iniziai a non stare benissimo,  sentendomi un po’ strana, come stanca, così da prendere la decisione di mollare tutto. Nel mio cuore mancava ma lo ignorai, fino a quando mio marito mi chiese se volevo rimettermi alla prova.

Così, un giorno di agosto, cliccando su internet, vidi un annuncio in cui cercavano un’istruttrice per il minibasket; ed ecco che dentro me si scatenò qualcosa di indescrivibile.

Iniziarono i primi dubbi: “Ma possono mai assumere una persona  con sclerosi multipla per insegnare minibasket ai bambini?”. Mio marito mi rispose: “Credici e vedrai che andrà tutto bene”.

Chiamo e prendo l’appuntamento per il 30 Agosto, giorno del colloquio.

“Bene, ci sentiamo in settimana per gli orari!”

Così, da qual momento, iniziai a trasmettere ai bambini e ragazzi  il mio cuore e l’amore per il basket. Questo lo devo alla società dove alleno che ha sempre creduto in me fin dall’inizio senza dar un minimo di peso alla malattia.

La terapia  (natalizumab)

Amore e odio! Amore perché mi fa stare bene. Odio perché se penso al prelievo del JCV ecco che l’ansia mi assale.

Infine voglio dire alle persone con sclerosi multipla che niente è facile e la paura è tanta, ma con un pizzico di volontà e con le persone giuste si riesce ad affrontare qualsiasi cosa, anche se il nostro cuore desidera altro rispetto a ciò che la vita ci pone. Inoltre penso che niente è impossibile. La paura è sempre dietro di me, ma io sono più veloce!!

Valentina

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